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L'Italia è un alveare

Cosa e come raccontare l’Italia cercando un filo che conduca il discorso ma che non sia il solito monumento, piazza o festa di paese? Questa domanda mi si formava in testa ogni volta che giravo l'Italia, per lavoro o diletto. Avevo recentemente attraversato lo stivale per realizzare un libro per Poste Italiane sulle buche delle lettere e le cassette delle poste. Un viaggio intrigante fatto di obiettivi e incontri casuali che mi avevano portato dagli scantinati dell’Ufficio Postale di Palermo al Museo di Trieste con relative difficoltà e inaspettate visioni nelle strade e nei cortili italiani. L’idea di legare l’Italia a un oggetto o un rito o una semplice icona mi aveva trapanato il cervello per più di anno. Ed eccolo l’oggetto non-oggetto, il dogma mai dichiarato, il pass pour tout che mi veniva incontro. L’Ape car! Ma certo! Ovunque presente, originale, penetrata nel tessuto e soprattutto…mai evocata. E così via, occhi aperti e colpi di fortuna per scovare i ogni angolo una di esse, sempre pronto allo scatto. Devo dire che la cosa mi ha appassionato tantissimo e ho coinvolto il mio editore e la mia famiglia a trasferte improbabile e vacanze dedicate ma alla fine eccole:100 tutte in fila e 1000 quelle sfuggite e 10000 quelle viste. Ho incontrato operai, ragazzi, carrozzieri e cultori dell’Ape con scopi e utilizzi del mezzo differenti, ma tutti con una devozione e un amore nei confronti del mezzo del tutto singolare.

Per alcuni è la macchina per altri lo strumento.

Alcuni la personalizzano, altri ci gareggiano ma tutti molto responsabili con il mezzo, come con un cane fedele.

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